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Gran Premio OCTO di San Marino e della Riviera di Rimini: Ferrari in MotoE fa doppietta, Suzuki conq

Un edizione, quella del GP San Marino e della Riviera di Rimini ricca di emozione di sorpassi all'ultimo giro. Da vedere dal vivo, un evento a dir poco incredibile e da cuore in gola, dove probabilmente, in TV, ha reso molto meno. Ma vediamo come sono andate le gare

MotoE Gallery

La domenica di gare a Misano comincia con la MotoE, che è scesa in pista per disputare la seconda gara del fine settimana. Anche questa manche è stata ricca di battaglie e colpi di scena, primo dei quali una seconda uscita di scena di Alex De Angelis, partito dalla pole ma caduto a pochi giri dal termine. Ad avere la meglio è stato nuovamente Matteo Ferrari, che consolida il primato nella classifica generale e ha 19 punti su Hector Garzo, secondo. Lo spagnolo però è sotto investigazione per essere passato sul verde durante un sorpasso a Niccolò Canepa. Chiude il podio Mattia Casadei, che si riscatta della brutta caduta di ieri.

Al semaforo è ancora una volta Alex De Angelis ad ottenere lo spunto migliore e tiene la testa della gara, inseguito da Matteo Ferrari e Xavier Simeon. Il belga però esce subito di scena per una caduta alla seconda curva, causata dalla gomma ancora fredda. Al secondo giro Ferrari sferra l’attacco sul sammarinese e si porta al comando, il duo di testa inizia a fare il vuoto, ma viene presto raggiunto da Niccolò Canepa, terzo.

Intanto il gruppo di testa si ricompatta ed in lotta per il secondo posto troviamo ben cinque piloti, mentre Ferrari ha preso margine e ha quasi un secondo di vantaggio sugli inseguitori. Alle sue spalle ci sono Hector Garzo, Niccolò Canepa, Maria Herrera, Mattia Casadei ed Alex De Angelis, che perde terreno a metà gara. Il pilota di casa però scivola e conclude la sua gara a tre giri dal termine. Stessa sorte anche per Sete Gibernau, che scivola e non ha possibilità di rientrare in pista. Fortunatamente entrambi i piloti non riportano conseguenze

Intanto Ferrari ha più di due secondi di vantaggio su Hector Garzo, che contiene gli attacchi di Canepa, Casadei e Herrera. I quattro piloti sono in lotta per il secondo gradino del podio, Garzo sbaglia e Canepa si infila, ma lo spagnolo gli restituisce il sorpasso, entrando in maniera piuttosto aggressiva. Del duello però ne approfitta Casadei, che balza in terza posizione.

Ferrari taglia il traguardo davanti a tutti, consolidando così il primato in classifica e arrivando ad avere 19 punti di vantaggio su Hector Garzo, secondo e sotto investigazione per la manovra effettuata durante il sorpasso su Canepa. Casadei chiude il podio dopo aver sopravanzato Canepa nel finale, che si deve accontentare della quarta posizione. Alle sue spalle si piazza Maria Herrera, mentre Eric Granado è sesto. Settimo posto per Jesko Raffin, davanti a Bradley Smith, ottavo. Chiudono la top 10 Nico Terol e Mike Di Meglio, nono e decimo rispettivamente. È più attardato Lorenzo Savadori, 11esimo.

Da segnalare l’assenza di Niki Tuuli, dichirato unfit dopo la brutta caduta della gara di ieri, dove ha rimediato la frattura al polso sinistro ed al femore.

Moto3 Gallery

E' festa grande nel box della SIC58 Squadra Corse: dopo una lunga rincorsa, finalmente Tatsuki Suzuki ha conquistato la sua prima vittoria nel Mondiale Moto3. E sembra quasi una favola, perché arriva proprio nella "sua" Misano, ad un giorno di distanza dalla prima pole position in carriera. Guarda a caso, proprio sulla pista intitolata a Marco Simoncelli.

Il "giapporiccionese" infatti si è messo davanti fin dal via ed ha fatto capire da subito quali fossero le sue intenzioni per oggi. Per buona parte della gara, infatti, si è tenuto in testa al gruppo, anche se alle sue spalle il pacchetto degli inseguitori si faceva via via sempre più nutrito.

A 6 giri dal termine Jaume Masia ha provato a portargli via lo scettro, ma il pilota asiatico è stato bravo a non perdere la calma e nel finale si è rimesso davanti, regalando una grande gioia a Paolo Simoncelli, che forse è la persona che da sempre ha creduto di più nel suo potenziale.

Dopo una gara un po' anonima, nei giri conclusivi si è agganciato al trenino dei migliori anche John McPhee, bravissimo a cogliere l'attimo quando Andrea Migno ha steso Ai Ogura alla curva 8 all'ultimo giro per portarsi in terza posizione e riuscire successivamente a superare anche Tony Arbolino, regalandosi una piazza d'onore fino a quel momento insperata.

Con il gradino più basso del podio, Arbolino è quindi il migliore dei piloti italiani e riesce anche ad accorciare leggermente la classifica. I primi due del Mondiale, infatti, non hanno vissuto la loro giornata migliore: Lorenzo Dalla Porta aveva chiuso quinto, ma è incappato in una penalità di 3" per non aver rispettato i track limits, quindi è arretrato all'ottavo posto.

Un'occasione sprecata per lui, se si pensa che il rivale Aron Canet è stato costretto al ritiro per un problema tecnico sulla sua KTM del Max Racing Team, tra le altre cose creando scompiglio nel gruppo anche quando è tornato in pista per capire se la sua moto si era ripresa. La classifica quindi ora vede Dalla Porta primo con 22 lunghezze di margine su Canet e Arbolino si riavvicina a quota 30.

Ai piedi del podio c'è Masia, che nel finale questa volta non ha saputo essere incisivo come in altre occasione, mentre il quinto posto di Dalla Porta è stato ereditato da Dennis Foggia. Oltre a lui poi hanno guadagnato una posizione anche Gabriel Rodrigo e Marcos Ramirez. Qualche punticino se lo portano a casa anche Stefano Nepa, 11esimo, ma anche Andrea Migno ripartito per chiudere in 13esima posizione dopo l'incidente dell'ultimo giro. Dietro di lui ci sono anche Riccardo Rossi e la wild card Elia Bartolini.

Tantissime le cadute, alcune davvero da brividi. La più impressionante è stata quella che ha coinvolto Niccolò Antonelli e Celestino Vietti Ramus. Il portacolori della SIC58 Squadra Corse è caduto alla curva 5 e il connazionale dello Sky Racing Team VR46 non ha potuto fare nulla per evitarlo, investendolo.

Fortunatamente, le immagini hanno subito mostrato Niccolò in piedi, ma per qualche istante c'è stata davvero tanta apprensione. Così come per Alonso Lopez e Tom Booth-Amos, rimasti a terra entrambi dopo le loro cadute, ma poi dichiarati entrambi "rider ok".

Bisogna ricordare poi che Romano Fenati non si è potuto neanche schierare, essendo stato dichiarato "unfit" per la frattura dello scafoide sinistro, rimediata nella caduta di ieri, che lo obbligherà a sottoporsi anche ad un intervento chirurgico.

Moto2 Gallery

Dopo la spettacolare gara della Moto3 che ha visto trionfare per la prima volta Tatsuki Suzuki, è scesa in pista la Moto2, che ha disputato la sua gara sulla pista di Misano, finita sotto investigazione. Ad avere la meglio è Augusto Fernandez, che beffa Di Giannantonio all’ultimo giro, ma la vittoria è sub iudice. Lo spagnolo infatti è sotto investigazione per una manovra giudicata troppo aggressiva dalla Direzione Gara. Sale sul terzo gradino del podio Alex Marquez, che perde dal connazionale, ma guadagna su Thomas Luthi, quarto.

Allo spegnersi del semaforo Fabio Di Giannatonio ottiene il miglior spunto e mantiene la testa, davanti ad Augusto Fernandez, mentre Thomas Luhti rimonta dalla settima alla terza posizione. Resta più attardato Alex Marquez, che scattava dalla seconda casella ma perde tre posizioni ed è quinto. Il romano cerca di mettere metri fra sé e lo spagnolo, che però tiene il passo. I due staccano leggermente gli inseguitori, primo dei quali il leader del mondiale, che pian piano risale, ma paga 7 decimi da Fernandez.

Di Giannantonio prova la fuga, ma invano: Fernandez gli è subito dietro e non gli lascia margine, mentre Marquez inizia a ricucire il distacco, con Luthi alle calcagna. I primi quattro sono molto vicini e la battaglia è imminente: il pilota del team Flexbox HP 40 sferra l’attacco sul romano, che resiste. Il duello favorisce il rientro definitivo di Marquez e Luthi, con l’alfiere Marc VDS che balza in seconda posizione.

Alle spalle del quartetto di testa troviamo Sam Lowes, quinto ma più staccato. L’inglese deve guardarsi le spalle da Xavi Vierge e Jorge Navarro, sesto e settimo rispettivamente. I tre perdono un rivale molto duro, Remy Gardner scivola quando era ottavo. Nel gruppo di testa intanto Di Giannantonio respira un po’, approfittando del duello tra Fernandez e Marquez, con il leader del mondiale che subisce l’attacco del connazionale ma non riesce a rispondere.

La relativa tranquillità del pilota del team +Ego Speed Up finisce a sette giri dal termine, quando Fernandez gli è ormai vicinissimo ed il momento dell’attacco è quasi arrivato. Marquez fa da spettatore, mentre riesce a contenere Luthi, quarto ma più staccato perché non sembra riuscire a tenere il passo dei primi. Passano i giri, ma Di Giannantonio continua ad essere leader, pur dovendo fare attenzione ai limiti della pista, oltrepassati e per questo avvisato con un warning.

Ci avviamo ormai nelle fasi finali di gara, Fernandez si fa sempre più minaccioso su Di Giannantonio e prova l’attacco al Carro al penultimo giro. All’ultimo giro lo spagnolo sferra l’attacco all’uscita della prima curva, ma il romano risponde ed i due arrivano appaiati alla curva 8, dove Fernandez va sul verde. Con un sorpasso troppo azzardato su Di Giannantonio, la direzione gara decide di investigare la manovra.

Fernandez comunque taglia il traguardo davanti a tutti, con Di Giannantonio secondo e Marquez a chiudere il podio. Thomas Luthi chiude in quarta posizione, davanti a Sam Lowes, quinto, e Brad Binder, settimo. Jorge Navarro passa sotto alla bandiera a scacchi in ottava posizione, mentre chiudono la top 10 Xavi Vierge ed Enea Bastianini, nono e decimo rispettivamente

MotoGP Gallery

Marc Marquez è tornato. Dopo due gare in cui è uscito sconfitto all'ultima curva, il pilota della Honda è tornato ad imporre la sua legge a Misano ed ha aspettato proprio l'ultima tornata per sferrare l'attacco decisivo ad un Fabio Quartararo che è andato veramente vicino a centrare la sua prima vittoria in MotoGP.

Al via è stato Maverick Vinales a prendere il comando delle operazioni, scattando bene dalla pole position, ma la sua leadership è durata appena un paio di passaggi. Al terzo giro, infatti, il francesino della Yamaha Petronas lo ha passato con decisione al Curvone, provando subito a scavare un solco alle sue spalle.

Un paio di giri più tardi anche Marquez si è sbarazzato di Vinales con un sorpasso aggressivo al Tramonto e poi si è messo in caccia di Quartararo, con il poleman che invece ha iniziato piano piano a perdere terreno, lasciando da soli i primi due.

Questa volta però il leader del Mondiale non ha voluto scoprire le sue carte ed ha lasciato che fosse il rivale a dettare il ritmo praticamente fino alla fine dei 27 giri in programma, rimanendo comunque incollato al codone della sua M1.

L'attacco lo ha sferrato alla prima staccata all'inizio dell'ultimo giro, infilandosi all'interno, ma Quartararo gli ha replicato con grinta alla staccata della Curva 4, rimettendosi davanti, anche se per poco: alla 8 Marc si è infilato nuovamente all'interno e solamente una sbacchettata all'uscita della 10 ha concesso a Fabio un ultima chance. Alla curva 14 però Marquez ha chiuso tutti i varchi e quindi Quartararo si è dovuto accontentare del secondo posto per evitare un contatto.

Settima vittoria stagionale quindi per il pilota della Honda, che mette anche il suo ottavo Mondiale, il sesto nella classe regina, in ghiaccio. Quartararo comunque può essere soddisfatto per la sua gara, perché questo è il suo quarto podio stagionale ed oggi ha dimostrato che manca davvero poco per la sua prima affermazione nella classe regina.

Dopo la pole di ieri, Vinales invece ha potuto fare solo da spettatore al duello dei primi due, avvicinandosi nel finale, ma mai senza avvicinarsi abbastanza da entrare nella lotta. Per lui comunque è un podio importante, che conferma i progressi della Yamaha, anche perché di M1 ce ne sono ben quattro nelle prime cinque posizioni.

Ai piedi del podio c'è stato infatti il duello tutto italiano tra Valentino Rossi e Franco Morbidelli, con il "maestro" che alla fine ha avuto la meglio sull'allievo, che però gli è rimasto attaccato fino alla fine. Il problema semmai è il distacco del "Dottore", che anche oggi ha confermato che gli manca qualcosa per giocarsela con le altre Yamaha, chiudendo a 12".

Subito dietro c'è la Ducati di Andrea Dovizioso, con il forlivese che ha perso un po' di tempo all'inizio, dovendo rialzare la moto per non centrare Rossi al primo giro. Poi nel finale si è rifatto sotto alle due Yamaha degli italiani, ma anche per lui il distacco è troppo pesante e soprattutto nel Mondiale ora sono ben 93 i punti da recuperare su Marquez.

Dopo la grande prima fila di ieri, Pol Espargaro ha via via perso posizioni e alla fine si è dovuto accontentare di piazzare la sua KTM in settima posizione, mentre a seguire c'è l'unica Suzuki superstite, quella di Joan Mir. E' durata solo 16 giri infatti la gara di Alex Rins, caduto alla curva 4 perdendo l'anteriore della sua Suzuki proprio pochi istanti dopo essere stato punito con una Long Lap Penalty mentre viaggiava in settima posizione. Out anche Pecco Bagnaia purtroppo, scivolato nello stesso punto nel corso del 12esimo giro, ma quando era fuori dalla top 10.

E' andata meglio, ma non c'è troppo da gioire comunque, per le altre due Ducati di Jack Miller e Danilo Petrucci, che hanno chiuso in nona e decima posizione. Questo piazzamento permette almeno a "Petrux" di riprendersi il terzo posto nel Mondiale, anche se con appena 2 punti di margine su Rins. Inoltre va detto che fino a pochi giri dal termine era addirittura alle spalle del collaudatore Michele Pirro, poi costretto al ritiro per una caduta.

In casa Honda l'unico che gioisce è Marquez comunque, con Cal Crutchlow e Takaaki Nakagami finiti entrambi ruote all'aria e Jorge Lorenzo ancora autore di una prova incolore: il maiorchino non è ancora al 100%, ma 47" di ritardo ed il 14esimo posto sono davvero deludenti. Qualche punticino poi lo porta a casa anche l'unica Aprilia in gara, quella di Aleix Espargaro, 12esimo. Il compagno Andrea Iannone era invece unfit per un infortunio alla spalla sinistra.

Alberto Marinelli

Sono nato a Modena, città di Motori e di Pallavolo, il 24 Gennaio del 1994. Fin da piccolo, in famiglia, abbiamo avuto la passione per queste due cose, coltivandole attraverso gli eventi in televisione e dal vivo, tra il palazzetto e l'aria aperta degli autodromi.

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